Speciale Agimeg: 2 anni fa il gioco pubblico ripartiva dopo oltre 300 giorni di chiusura per l’emergenza Covid-19. Il periodo ‘nero’ di sale giochi, sale scommesse e sale bingo nel ricordo dei protagonisti
Nel febbraio del 2020 la pandemia da COVID-19 ha completamente stravolto la società. Anche il mondo delle imprese fu colpito duramente, con chiusure delle attività e calo dei consumi che ebbero un impatto devastante, i cui segni sono visibili ancora oggi. Sale giochi, sale bingo e agenzie di scommesse sportive furono immediatamente chiuse in seguito ai primi decreti varati per frenare la diffusione del virus. La chiusura delle sale scommesse, sale slot, sale bingo e degli apparecchi da intrattenimento nei bar, ristoranti e tabaccherie, fu disposta per la prima volta con il Dpcm dell'8 marzo 2020, seguito dalla direttiva n.82295/RU dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le sale dedicate a gioco e scommesse furono infatti le prime a registrare chiusure e le ultime a festeggiare la riapertura definitiva. L'alzata delle serrande arrivò nel giugno 2021 successivamente all’entrata in vigore delle cosiddette “regioni colorate” che in bianco permettevano il ritorno di certe attività. Prima in Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, poi successivamente nel resto d’Italia, le attività ebbero l'ok a riaprire. Nel 2020, nello specifico, l’emergenza coronavirus ha costretto le attività di gioco – sale giochi, sale scommesse e sale bingo – a oltre 3 mesi di chiusura, in un primo momento. Tuttavia, dopo il primo lockdown di primavera, durato da inizio marzo a metà giugno (con alcune eccezioni come il Lazio, che ha posticipato a inizio luglio la riapertura delle sale, o della provincia di Bolzano, dove il gioco è stato chiuso fino al 15 luglio), da fine ottobre dello stesso anno il Governo, a seguito della seconda ondata della pandemia, ha disposto una nuova serrata di tutte le attività di gioco. Il 26 ottobre 2020 furono infatti nuovamente sospese le attività di gioco, con l’eccezione dei corner con slot e scommesse, che subirono la stessa sorte dopo pochi giorni. Il secondo lockdown fu molto più lungo e più duro rispetto al primo. Le imprese del settore, già duramente provate ...
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