Dimitar Berbatov, il genio che c’ha creduto troppo poco
Dimitar Berbatov, il genio che c’ha creduto troppo poco SportCafe24.com Il pensiero va all’estate 2012, quando c’è stata una vera e propria battaglia di mercato tra Juventus e Fiorentina per accaparrarselo. In realtà però, se si parla di Dimitar Berbatov, non può non venire in mente tantissimo altro. Perché l’attaccante bulgaro è stato genio e sregolatezza allo stato puro. La sua carriera non può certo essere definita deludente, ma la sensazione è che, se ci avesse creduto di più, avrebbe potuto prendersi letteralmente e definitivamente la scena. E per di più la sua discesa è iniziata troppo presto. Proprio poco dopo quella querelle tutta made in Italy. Berbatov e il calcio come questione di famiglia Nato nel 1981 a Blagoevgrad?, località della Bulgaria Sud-Occidentale, cresce a pane e sport. Papà Ivan è infatti stato calciatore in diverse squadre del suo Paese, mentre mamma Margarita ha giocato al pallamano. E anche il fratello e il nonno sono stati calciatori. Insomma, il pallone per lui è fin da subito una questione di famiglia e di DNA. E poi in lui c’è un grandissima passione, con un idolo ben preciso: Marco Van Basten e il suo Milan. L’Italia sarebbe dunque potuta essere nel suo destino, Dopo i primi passi nella squadra della sua città natale, si fa conoscere al Cska Sofia. Senso del gol, talento e soprattutto un’eleganza fuori dal comune: le sue qualità non possono certo passare indifferenti. Ed ecco che il BelPaese si avvicina fin da subito, con un tentativo del Lecce, ma soprattutto di Pantaleo Corvino. Siamo nel 2001 e alla fine però a spuntarla è il Bayer Leverkusen. ...
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